LA VITA DEI NONNI ERA MOLTO PIU' DIFFICOLTOSA DELLA NOSTRA.
QUANDO LA MAMMA "ASPETTAVA UN FIGLIO", NON AVEVA CURA DI SE STESSA: CONTINUAVA A LAVORARE IN CAMPAGNA, DOVE ANDAVA CON IL CARRETTO.
E, "PE' LA STRADA, PIENA DE FANGO E DE BUCHE, NON PERDIVA TEMPO", MA FACEVA LA CALZA O IL CORREDINO.
SI PARTORIVA NORMALMENTE IN CASA CON L'AIUTO DELLA "LEVATRICE" E DELLE VICINE, CHE "BOLLIVANO L'ACQUA" E "METTIVONO SU' 'L BRODO DE GALLINA".
TANTE ERANO LE NASCITE, MA SPESSO "SONAVA LA CAMPANELLA".
I NATI CHE "NUN ERANO DE TEMPO" QUASI SEMPRE MORIVANO, PURE SE VENIVANO "TENUTI NELL'OVATTA".
IN TEMPI PIU' LONTANI LA "MAMMANA" ERA SOSTITUITA DALLE "PRATICONE": "V'ARICORDATE DE LA FELICISSIMA!" A VOLTE POI SI PARTORIVA "F
ORA", MAGARI ATTACCATE AL "RAMO DE 'NA FICUNA": IL PICCOLO ERA "RICCORTO NEL SINALE" E "JE SE LEGAVA L'OMICIONE PURE COL SARGINO".
LA PUERPERA, DOPO IL PARTO, "S'ANNAVA A RINSANTA'" IN CHIESA.
IL BAMBINO SI FASCIAVA "DALLA TESTA AI PIEDI" E LO SI TENEVA COSI PER MESI, IN ALCUNI CASI PER UN ANNO.
"LE PANNE ERANO TANTE: 'L PANNETTO, LA JUDERA, LA MANTELLINA", IL TUTTO RICOPERTO DALLA FASCIA.
SI PENSAVA, COSI FACENDO, DI EVITARE IMPERFEZIONI FISICHE, MA IN REALTA' I MUSCOLI E LE OSSA NON SI SVILUPPAVANO ADEGUAMENTE.
NEL 1946 SI COMINCIANO A TOGLIERE LE FASCE E A RICOPRIRE IL NEONATO CON UN ASCIUGAMANO "A SACCHETTO", APPUNTATO CON LE SPILLE DA BALIA E SOSTENUTO DAL "CORPETTO".
IL PICCOLO PASSA TANTO TEMPO DA SOLO NELLA CULLA.
AL MASSIMO DOPO DIECI GIORNI DALLA NASCITA IL BAMBINO DOVEVA ESSERE BATTEZZATO; PRIMA D'ALLORA NON DOVEVA ESSERE PORTATO FUORI CASA, NE' ESSERE BACIATO.
LA LEVATRICE, IN QUEL GIORNO, USAVA VESTIRSI A FESTA: SE IL NEONATO ERA FEMMINA SI METTEVA UN MANTO ROSA, SE ERA MASCHIO UN MANTO CELESTE.
ANDAVA A PRENDERE IL PICCOLO A CASA, LO VESTIVA E POI LO ACCOMPAGNAVA IN CHIESA INSIEME AL BABBO, AL "COMPARE E A LA COMMARE".
OGNI MADRE ALLATTAVA IL SUO BAMBINO, SE LA "SCESA NON VENIVA O LA MADRE ERA MALATA, LO DAVA A BALIA: DA QUI LE SORELLE O I FRATELLI DE LATTE".
IN ALTRI CASI SI NUTRIVA CON IL LATTE DI "MICCIA".
DOPO LA "SISA", LO SVEZZAMENTO SI FACEVA COL "PANCOTTO": IL CULETTO DEL PANE GRATTATO E COTTO NELL'ACQUA COL SALE; A COTTURA FINITA SI AGGIUNGEVA L'OLIO.
DA NON DIMENTICARE LA FARINA BRUSCATA.
IL BAMBINO SI AVVIAVA COSI AI CIBI DEI GRANDI.
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